Milanese e Sellitto, Confcooperative: no ai medici a gettone, si alla cooperazione virtuosa

Il presidente di Medincò e vicepresidente di Confcooperative Sanità, dr Raffaele Sellitto da sempre, senza risparmio di forze e salute,  persegue e si adopera per proporre un’idea di partenariato virtuoso tra i professionisti riuniti in cooperativa ed il SSN, nella speranza di dar vita finalmente ad un sistema agile e funzionale. La soluzione alle lentezze ed inefficienze dei servizi amministrati dall’alto, erogati senza una vera conoscenza dei bisogni del territorio.

“I servizi vanno erogati, ma in un quadro di programmazione e accreditamento che valorizzi il partenariato pubblico privato. Siamo favorevoli alla gestione e all’erogazione di servizi, ma contrari all’intermediazione di lavoro e di manodopera professionale che alimentano i gap di programmazione della sanità” ha dichiarato il presidente  di Confcooperative Sanità. “Un modello speculativo che non aiuta e non fa crescere il SSN, ma distrae risorse importanti fuori da ogni programmazione”. Così Giuseppe Milanese, presidente di Confcooperative Sanità boccia il fenomeno dei medici “gettonisti” che coprono i turni delle strutture ospedaliere carenti di personale.

“Gli affidamenti dei servizi ai gettonisti si stanno diffondendo a macchia di leopardo. Le gare pubbliche proliferano e sono la causa di questo fenomeno. Occorre subito un’inversione di rotta. Siamo favorevoli alla gestione e all’erogazione di servizi, ma contrari all’intermediazione di lavoro e di manodopera professionale che alimentano i gap di programmazione della sanità. Il nostro modello di cooperazione sanitaria – conclude Milanese – collabora già in chiave sussidiaria con il SSN, sia nei servizi di medicina generale sia di medicina specialistica, in una logica di valorizzazione di partenariato tra pubblico e privato che inserito in un sistema di accreditamento di chi eroga il servizio consente il salto di qualità del sistema a vantaggio degli utenti. In caso contrario assistiamo da un lato a uno sperpero di risorse, dall’altro a un calo della qualità del servizio che viene erogato al cittadino. Condizioni queste che non fanno crescere il sistema sanitario”.

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